Glifosato, un diserbante pericoloso?

In questi giorni si parla tanto di glifosato, un erbicida a basso costo che viene utilizzato per eliminare la piante infestanti. Una sostanza al centro della cronaca per i potenziali rischi per la salute umana e per l’ambiente.  In questo sito, MarchePlace.it, ne abbiamo parlato spesso cercando di provare a tracciare il quadro della situazione sul tema dell’utilizzo, osservando il fenomeno da angolazioni diverse tra loro ma riferibile allo stesso filo conduttore: la convinzione che l’unica pratica agricola ammissibile è quella fatta nel rispetto dell’ambiente , di chi vi lavora e dei consumatori.

L’idea di capire come, dove e perché viene usato l’erbicida glifosato in Italia gli è venuta dopo aver visto il reportage fotografico El costo humano de los agrotóxicos che documenta le condizioni di salute degli argentini costretti a vivere a stretto contatto con il glifosato, presentato dall’autore Pablo Ernesto Piovano durante l’edizione 2015 del Festival della fotografia etica di Lodi.

Secondo lo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro – Organismo dell’OMS), il glisofato è risultato «probabile causa di tumori» in quanto in grado di danneggiare il DNA.

Parere più cauto è stato dato dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), la quale ritiene il glifosato «probabilmente non cancerogeno». E’ il caso dunque di fare un po’ di chiarezza su questo tanto discusso erbicida.

La licenza UE per l’uso di glisofato è stata concessa per 7 anni, anzichè per 15 come richiesto. Niente abolizione però da parte dell’Europarlamento. La Francia, notizia di qualche giorno fa, ha messo al bando il glisofato, ritenuto dannoso per la salute umana.

Ecco l’analisi del biologo Luciano Atzori, esperto di sicurezza alimentare e tutela della salute:

1) Che cos’è il «glifosato»?  

Il glifosato è un erbicida a largo spettro d’azione, attivo sia sulle infestanti annuali sia su quelle perenni (sia sulla parte aerea cioè sul fusto e sulle foglie sia su quella ipogea cioè nelle radici), che inibisce uno specifico enzima nei vegetali, indispensabile per la sintesi degli aminoacidi aromatici. Questo erbicida viene utilizzato con successo per eliminare le piante infestanti, spesso molto persistenti, in quanto entrano in competizione con le piante coltivate per acqua, nutrienti, luce e superficie. E’ in grado di devitalizzare anche gli organi di conservazione ipogea delle erbe infestanti, come rizomi, fittoni carnosi ecc., che in nessun altro modo potrebbero essere devitalizzati.

2) Perché si è iniziato a parlarne?  

Il glifosato è stato sintetizzato per la prima volta nel 1950 dal chimico svizzero Henri Martin, ma è stato commercializzato come diserbante (cioè erbicida) nel 1974 dalla Monsanto con il nome commerciale di Roundup®. Attualmente il brevetto è scaduto quindi sono molte le aziende che lo sintetizzano, nella sola Europa è prodotto da circa 14 aziende ed è presente in oltre 750 diserbanti. Per anni il glifosato è stato considerato innocuo, però ultimamente questa considerazione è stata ampiamente rivisitata, infatti, pare che permane nelle acque superficiali (laghi e fiumi) e sotterranee (acque di falda) oppure si evolve nel suo principale metabolita (Ampa) di cui si sa ancora poco. Ad ogni modo si ritiene che il glifosato crei inquinamento ambientale (soprattutto delle acque), riduca la biodiversità e che possa arrivare negli alimenti infatti sue tracce sono state trovate nel sangue di persone che non sono mai venute a contatto diretto con l’erbicida. E che possa dunque essere anche un reale pericolo per la salute umana.

3) Come si usa?  

Il glifosato viene venduto sottoforma di liquido pronto per l’uso. Si può dunque spruzzare direttamente sulle piante infettanti o sui terreni, in maniera semplice e diretta. Si trova sul mercato anche in forma solubile da sciogliere nell’acqua. L’assorbimento del prodotto avviene in 5-6 ore, e il disseccamento della vegetazione è visibile in genere dopo 10-12 giorni.

4) Con cosa potrebbe essere sostituito?  

La rimozione manuale o meccanica delle piante infestanti è il metodo più sicuro sia per la salute umana sia per l’ambiente. Ma anche il più lungo e più costoso. Motivo per cui ci si affida agli erbicidi, che svolgono una operazione molto più veloce a costi bassi. In alternativa al glifosato si potrebbero usare altri fitofarmaci specifici per le singole colture. Il problema è che sul mercato ce ne sono anche di più pericolosi e inquinanti del glifosato, quindi non si risolverebbe il problema.

5) Quali patologie può causare?  

Secondo lo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro – organismo dell’OMS), dopo un’attenta esamina della letteratura scientifica mondiale, il glifosato è risultato «probabile causa di tumori» in quanto in grado di danneggiare il DNA. A riprova di ciò vi sono soprattutto alcuni studi sui topi che hanno dimostrato che il glifosato è in grado di causare tumori nei reni e nel tessuto connettivo. Parere più cauto è stato dato dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) la quale ritiene il glifosato «probabilmente non cancerogeno».

L’autorizzazione dell’UE all’uso del glifosato scade a fine giugno 2016 e visti i controversi pareri scientifici, la crescente paura della popolazione e la forte pressione mediatica degli ultimi mesi per questo erbicida si prevede un iter sicuramente molto in salita e dall’incerto risultato. Ne è dimostrazione la recente decisione dell’Europarlamento che ha votato (con 374 voti a favore, 225 contrari e 104 astensioni) una risoluzione attraverso la quale si chiede alla Commissione europea di rinnovare l’autorizzazione all’uso del glifosato per soli 7 anni invece dei 15 previsti.

6) Chi ne fa più uso (regioni/ stati) ?

I più grandi utilizzatori di glifosato sono gli Stati Uniti, l’Argentina, il Brasile, il Sudafrica e la Cina.

7) Perché la Francia lo ha messo al bando?  

La Francia ha deciso di mettere al bando il glifosato. Lo aveva annunciato due mesi fa il ministro dell’Ecologia Ségolène Royal. La manovra riguarda quei prodotti che contengono glifosato associato ad altri ingredienti in un mix che è considerato pericoloso per la nostra salute. L’ANSES (Agenzia francese per l’ambiente, il cibo e la salute) ha inviato una lettera alle aziende per informarle della propria intenzione di ritirare l’autorizzazione alla produzione e alla vendita di erbicidi che contengano glifosato abbinato all’ingrediente «tallow amine» (ammina di sego). Questa tipologia di erbicidi comprende il Roundup di Monsanto. E proprio Monsanto ha confermato di essere una delle aziende che verranno colpite dalla decisione della Francia di mettere al bando gli erbicidi che contengono il glifosato in abbinamento all’ammina di sego.

A che cosa serve l’erbicida? A ripulire campi, parchi, frutteti, strade e boschi, dalle erbe infestanti. Ma anche per fare seccare i cereali prima del raccolto e raccogliere le spighe più in fretta. Il glifofato funziona perché blocca un enzima presente solo nelle piante, e quindi ha una sua efficacia. Ma nel marzo scorso l’Agenzia internazionale per la Ricerca su Cancro, il braccio destro dell’Oms che valuta i rischi delle sostanze cancerogene, ha classificato il glifosato come «probabile» cancerogeno per l’uomo. Per questo in diversi paesi del mondo è stata vietata la vendita del prodotto.

Continua a leggerehttp://www.lastampa.it/2016/04/21/scienza/benessere/glifosato-il-diserbante-che-ha-messo-in-allarme-leuropa

Tra test alimentari e decisioni della Commissione europea, qual è il destino del glifosato?

L’ultima proposta della Commissione europea “limita a nove anni” il rinnovo dell’autorizzazione per l’uso del glifosato, l’erbicida più diffuso al mondo. Attualmente è di 15 anni. Lo riferiscono fonti Ue, in attesa della riunione del Comitato di esperti dei 28 in materia di piante, cibi e mangimi che dovrebbe prendere una decisione, i prossimi 18 e 19 maggio a Bruxelles.

http://www.nonsprecare.it/danni-glifosato

PER APPROFONDIRE:

Troppi pesticidi nelle mele, la denuncia di Greenpeace per sensibilizzare i consumatori

https://www.facebook.com/informatiecontenti/videos/10153984225948960/?fref=nf

Emergenza terre rosse: esistono alternative ai diserbanti?

http://www.greenme.it/mangiare/alimentazione-a-salute/20056-glifosato-pasta-test

Il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina ha anticipato a Test-Salvagente la propria strategia ‘glifosato zero’. La speranza è che l’Italia possa attivarsi per dire stop al glifosato come ha già fatto la Francia.

Glifosato – Geo del 14/03/2016

Geo ospita Fabio Taffetani, professore ordinario di Botanica sistematica al Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche, per parlare di un diserbante, il glifosato, che sta facendo molto parlare di sé.

 

Il primo reportage sul glifosato in Italia, tra ambiente e salutevideo

Per il lancio di LifeGate Tv, è disponibile online liberamente il primo reportage sul glifosato in Italia realizzato dal fotografo Massimo Colombo.
Così Massimo Colombo, fotografo professionista di Lecco che dal 2010 collabora con l’agenzia Getty Images, ha realizzato un reportage sul glifosato (che si può vedere liberamente su Youtube), il primo sul tema, per cercare di capire quanto è diffuso in Italia. Perché alcuni agricoltori, ma soprattutto viticoltori, lo usano mentre altri hanno deciso di abbandonarlo? “Sono partito dalla zona di Verona – ha dichiarato Colombo – dove l’utilizzo di erbicidi è davvero alto, passando dalla Toscana dove invece si sta cercando di creare una vasta area di biodistretti, per arrivare in Abruzzo dove ho sentito la testimonianza di un dottore che da anni studia le patologie ambientali”.

Glifosato, gli effetti sulla salute dell’uomo e della terra

Il dibattito sull’utilizzo del glifosato si fa, ogni giorno che passa, più acceso. Ha addirittura messo in contrapposizione due agenzie, Iarc (International agency for research on cancer che fa capo all’Organizzazione mondiale della sanità) e Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare). L’agenzia Iarc lo ha classificato come “probabile cancerogeno per l’uomo” e per questo in Europa molti partiti e associazioni stanno facendo una battaglia per la sua messa al bando. Una battaglia che ricorda quella contro l’insetticida ddt condotta, tra gli altri, da Rachel Carson nel libro manifesto Primavera silenziosa (1962) e messo al bando a partire dagli anni Settanta.

Coalizione italiana #StopGlifosato

StopGlifosatoManifesto

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